giovedì 11 marzo 2010

Sagan, profumo di campione.

Ci avevamo preso, eccome. Peter Sagan, probabilmente, diventerà un campione. Partiamo dalla fine, dunque, per celebrare il primo successo di gran prestigio da professionista per questo slovacco. Giovanissimo (vent'anni compiuti nemmeno due mesi fa), ed ex campione juniores di ciclocross, Peter ha dominato la volata ristretta sul traguardo di Aurillac precedendo Joaquim Rodriguez e Nicolas Roche. Ieri dicevamo: ragazzi, questo va forte a crono e in volata si fa rispettare, se anche domani va bene bisogna iniziare a tenerlo seriamente sotto osservazione. Osserviamolo dunque, anche se di dubbi sul suo futuro tendiamo ad averne pochini.

Tappa animata, in ogni caso, e ce lo aspettavamo. La neve, che quest'anno presenzia copiosa ogni qual volta ci si sposti verso sud, suggerisce agli organizzatori di eliminare i primi due gpm di giornata, così la prima asperità diventa la cotes des Cars al km 31, dove Mangel va a prendersi quei punti che servono a rafforzare la propria maglia a pallini. Poi, nei pressi della Croix de Teulet, si sviluppa la fuga che caratterizzerà l'intera giornata. Ad animarla Yann Huguet della Skils-Shimano, Yurgen Roelandts della Omega Pharma e Nicolas Maes della Quick Step, che passano in quest'ordine sulla Cote del Grand Renaudie al km 70.

La tappa da quel momento in poi prosegue senza particolari scossoni, ed il plotone concede quasi 5 minuti ai fuggitivi, fino a quando la Caisse d'Epargne prende in mano la situazione e sulla salita di Sexcles dimezza lo svantaggio. Davanti, ai -15 molla Maes, mentre Roelandts e Huguet tengono duro fino a 5 km dal traguardo. Poco dopo inizia la decisiva ed attesa Cote de Sainte Fortunade, dove i big prendono in mano la situazione. Il primo ad accendere la bagarre è Toni Martin, ma è Nicolas Roche a partire deciso frantumando il gruppo di testa. Quando Joachim Rodriguez decide di rispondergli, è Contador in persona ad uscire allo scoperto ed a rientrare sui primi rimorchiando anche Sagan ed un ottimo Jens Voigt. Proprio al veterano tedesco Contador chiede collaborazione per distanziare ulteriormente gli attardati Valverde e Leon Sanchez ottenendo però risposta negativa. Jens, scuotendo il testone, fa capire di non poter concorrere a distanziare eccessivamente il proprio presunto capitano Frank Schleck, che già dal prologo si porta appresso una brutta faccia.

Poco importa, però, visto che in ogni caso sarà questo sestetto a giocarsi la gara. In realtà, la vittoria se la giocano solo Sagan (che domina la volata), Rodriguez e Roche, visto che ai 200 metri Toni Martin e Contador si toccano perdendo contatto e possibilità di partecipare al successo, mentre Voigt, anche in virtù dell'ottimo prologo disputato, indossa la maglia di leader. Dietro, a 6", il grosso del gruppo viene regolato da Lorenzetto, che sembra essere in gran forma ma in questa fase fa la parte di quello a cui manca una lira per fare un milione. Tra gli sconfitti, invece, maluccio l'ex maglia gialla Lars Boom (79° a 27"), male un sofferente Cunego (83° a 47"), malissimo un irriconoscibile Vandevelde (addirittura 143° a 2'26").

Celebriamo dunque il piccolo grande Peter - che ora è secondo nella generale ad appena 6" da Voigt - nell'attesa di vedere se anche domani a Mende, su una salita severissima come La Croix Neuve, saprà difendersi o addirittura inventarsi qualcosa. In casi come questo la curiosità non ha limiti, e Sagan, continuando a combinarle grosse, ne attira su di se parecchia.

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