venerdì 12 marzo 2010
Contador, numero annunciato.
giovedì 11 marzo 2010
Sagan, profumo di campione.
mercoledì 10 marzo 2010
William, c'est tre Bonnet!
martedì 9 marzo 2010
Ventagli e spaventi verso Contres. Poi Henderson.
lunedì 8 marzo 2010
Parigi-Nizza, avvio con il Boom!
sabato 27 febbraio 2010
Algarve, è già super Contador
mercoledì 17 febbraio 2010
Francesco e Rinaldo, spettacolo azzurro al Méditerranée. Ma vince Valverde
Il Giro del Mediterraneo è ormai un classico di inizio stagione, oltre che la prima mini corsa a tappe di prestigio a svolgersi in Europa. Tradizionalmente generoso con gli italiani, che nelle ultime venti edizioni hanno portato a casa ben sette successi, il Tour Méditerranéen viene scelto da molti per il suo percorso misto, per le sue frazioni non lunghissime ma molto intense e, massime, per il clima favorevole che la Francia meridionale sa offrire ai corridori anche in febbraio, e che permette loro di prepararsi al meglio in vista delle prime grandi corse di primavera.
Il grosso problema dell'edizione appena conclusasi risiede principalmente nel fatto che di clima gradevole non c'è stata nemmeno l'ombra. Tutt'altro. Potremmo parlare, viceversa, di clima assolutamente sgradevole. Pioggia, tormenta, temperature impossibili e addirittura neve - che in Provenza non è facilissima da trovare - hanno caratterizzato la 37a edizione della corsa francese, causando non pochi problemi ai partecipanti e agli organizzatori. Ma andiamo con ordine. La corsa quest'anno è partita da Carcassonne, splendida cittadina sudista nel dipartimento dell'Aude, per una breve prima tappa che ha portato il plotone a Sauvian. Solo 123 km, per di più piatti come un biliardo, hanno portato ad una prevedibile volata, dove l'habituè del Mediterraneo Hutarovich ha regolato i superstiti di giornata. Eh si, perchè fin da subito le sorprese non sono mancate. La tappa è stata infatti segnata da un vento terribile, e uno dei tanti ventagli ha fatto si che nel gruppo di testa giungessero solo 16 corridori (tra i quali i big Valverde e Vinokourov), mentre il resto della ciurma veleggiava oltre i due minuti.
La seconda tappa, la Peynier-Trets di 170 km, ha visto un'altra vittoria per la Française de Jeux del d.s. Madiot. Stavolta è toccato al quattro volte campione finlandese Veikkanen andare a segno, precedendo sulla linea gli autoctoni Baquet e Mombaerts. Anche la seconda frazione, in ogni caso, è stata segnata da un clamoroso imprevisto. A 300 metri dall'arrivo, infatti, il treno del team olandese Vacansoleil ha incredibilmente sbagliato strada, inducendo all'errore oltre mezzo gruppo. Errore umano oppure organizzazione imperfetta? Non lo sapremo mai, limitandoci ad annotare sul taccuino le grasse risate che ci siamo fatti.
La Greasque-Six Fours, di appena 113 km, ha sancito il tre su tre per la Française de Jeux ed il 2 su 3 per il velocista bielorusso Hutarovich, che sul traguardo della località balneare provenzale ha preceduto Baquet (ancora lui) e Drujon della Caisse d'Epargne. Tappa abbastanza anonima, per la verità, che ho comunque seguito volentieri poichè a Six Fours, la scorsa estate, ho trascorso una splendida vacanza, avendo tra l'altro la fortuna di mangiare dell'ottima tartare in località Le Brusc.
Ed eccoci alla quarta tappa, anche se sarebbe meglio dire "eccoci arrivati alla non tappa", visto quello che è accaduto nel tragitto da La Londe Les Maures a Bidot. Partire si parte, anche se con un'insolita temperatura attorno agli zero gradi. Sfortunatamente, però, il prefetto decide che al km 114 non è più il caso di andare avanti. Motivo: la strada ghiacciata mette a repentaglio la sicurezza dei corridori. In quel momento, con un vantaggio di 1'15 sul gruppo, sono in fuga El Fàras (Cofidis), Cornu (Skil Shimano) e Thiré (Big Mat). La giuria, non sempre con le idee chiarissime durante questa edizione, combina un casino: in un primo momento pensa di interrompere la tappa e farla riprendere a pochi km dall'arrivo ufficiale. Poi cambia opinione, decidendo di assegnare la stessa ad El Fàras il quale, al momento dell'interruzione, si trovava in testa. Alla fine, nello smarrimento più totale, si opta per annullare del tutto la tappa e di spedire la carovana al caldo negli alloggi di La Ciotat, sede di partenza della quinta ed ultima frazione.